domenica 16 ottobre 2011

C'est la vie...

Si dice sempre sempre così: la morte fa parte della vita. Qualcuno, se non erro Steve Jobs, disse in un suo famoso discorso che la morte è la più grande invenzione della vita. E la morte è piombata all'improvviso a Las Vegas, durante l'ultima gara della Formula Indy 2011, in un groviglio di vetture all'interno del quale ha trovato la morte Dan Wheldon, pilota inglese di 33 anni che quest'anno si era visto recapitare sul piatto d'argento la 500 Miglia di Indianapolis dal maldestro rookie Hildebrand, che all'ultima curva ha stampato al sua vettura a muro mentre era in testa alla mitica gara. La fortuna gli ha voltato le spalle, proprio a Las Vegas, perché il destino è beffardo e a volte si diverte proprio a prenderti per il culo, perché nella patria del gioco d'azzardo si può vincere o si può perdere, anche tutto.
Dan ha perso tutto, come tutto hanno perso i suoi parenti più stretti, la moglie, i bambini piccoli.
Ora, come al solito, si leveranno tante voci ipocrite sulla scarsa sicurezza, sui rischi a cui vanno incontro questi piloti, ma alla fine tutto ritornerà al solito punto: c'est la vie. Molto spesso si corrono rischi incredibili e tutto va bene, il Dio degli sportivi è in sede e mette una mano in testa ai suoi protetti. Delle volte si prende anche lui un periodo di vacanza e succede l'irreparabile, succede quello che non vorresti mai che accadesse, succede quello che è tutto il contrario di quelle che deve essere un evento sportivo. Una festa che diventa tragedia, la musica che tace, le lacrime che prendono il posto dei sorrisi e dello champagne, un senso di frustrazione che si impadronisce di te.
Alla fine, tutto quello che rimane è solo un cinico c'est la vie

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