martedì 31 maggio 2011

Sono stato al GP di Monaco!

Ebbene si, ora posso dirlo. Ora potrò raccontare fiero a figli e nipoti che sono stato al GP di Monaco! Laggiù, dove tutto è lusso e ricchezza, sfrenata, ostentata; dove girano donne così belle da essere illegali o da far convincere persino un agnostico come il sottoscritto che in fondo un Dio lassù esiste. Non ero mai stato prima d'ora a un Gran Premio di Formula 1, nemmeno a quello di Monza, che oltretutto si corre a pochi chilometri da casa mia; e la mia prima volta è stata in una cornice così prestigiosa.
Il primo impatto che si ha, quando si entra nel piccolo Principato e si comincia a girare per le strade di Montecarlo è di un mondo a parte: Ferrari, Aston Martin, Bentley, Porsche, Limousine sono le auto più gettonate e più presenti. Nel porto, miliardari di ogni tipo e specie fanno a gara a chi possiede lo yacht più lussuoso e a chi riesce a imbarcare più donne. Tutt'intorno poi è un pullulare di giapponesi, coreani, russi, tedeschi, italiani, americani, inglesi, gente con i motori nel sangue, semplici appassionati, curiosi, scrocconi, personaggi capitati lì per caso, personaggi andati lì solo per ostentare il suo ego. Quello che si nota, passeggiando attorno all'area del circuito è uno stuolo impressionante di steward, poche bancarelle, totale assenza di bagarini e di chioschi dei panini e della conseguente aria impregnata di mostarda, salamella, cipolle e patatine fritte. No, a Monaco tutto questo non si fa. Monaco è il salotto di Gala del circo dorato della F1, lì è ammesso solo il caviale e champagne.
E il vostro povero inviato? Appartiene alla categoria già citata degli scrocconi: eh già, perchè i biglietti hanno un costo improponibile per le tasche di un povero studente di Storia, e perchè non voleva pagare il suo quarto d'ora di celebrità con un anno a pane e cipolle. E poi diciamolo, sperare di trovare un biglietto in qualche tribuna recandosi in pista il week-end di gara, è probabile quanto incrociare un pinguino in pieno deserto del Gobi. E così mi sono dovuto accontentare di respirare l'atmosfera, di sentire da vicino il rombo dei motori, di sbirciare da qualche osservatorio di fortuna che dava sulla curva prima dell'ingresso box o sulla salita dopo St. devota, rubando il passaggio delle vetture; e il lunedì ho fatto un giro completo del circuito, ora riconsegnato al suo ruolo di strada trafficata, ancora transennato e agghindato da gara. E ancora si respirava aria di F1, profumo di motori e i trucioli di gomma ancora erano sparsi dappertutto. Ne ho raccolto qualcuno e li ho portati a casa, come personale souvenir.
La gara me la sono vista comodamente alla televisione, standomene sulla terrazza della casa del mio amico Marco a Beausoleil, davanti a un piatto di conchiglioni che trasudavano di sugo ai gamberetti, vongole e cozze e che non avrei scambiato nemmeno con il più pregiato dei caviali. 
L'audio era offerto direttamente dai motori delle auto che rombavano a poche centinaia di metri.
Ora posso dirlo: sono stato al Gran Premio di Monaco!