sabato 11 febbraio 2012

Stop the business, rivogliamo lo sport!!!!

Le lacrime di una ragazza irlandese sugli spalti di Parigi è l'immagine simbolo della giornata sportiva di oggi. Piange perchè la partita di rugby Francia-Irlanda è stata rinviata causa ghiaccio. Non so quanto possa essere consolante che certe cose non accadono solo in Italia, ma anche in paesi che magari erano in prima fila nell'irridere l'Italia. Ma non è questo il punto: resta da chiedersi per quale motivo si perseveri nel portare avanti certe scelte in nome di un business che rovina lo Sport e che va a scapito dei veri appassionati. Come la povera ragazza irlandese, la quale avrà atteso chissà quanto l'opportunità di poter assistere dal vivo a una partita di rugby e che non ha potuto per via di una decisione assurda. Ora, lungi da me voler fare del populismo; ma alcune domande sorgono spontanee. Dato che non è una novità dell'ultimo secondo che alla sera le temperature scendono sotto lo zero e dato che è risaputo che il campo dello Stade de France non è dotato di serpentine di riscaldamento, per quale motivo perseverare nel voler giocare una partita alle nove di sera? Ma soprattutto, perchè annunciare il rinvio della partita solo all'ultimo momento, dopo che l'intero pubblico è entrato allo stadio e le squadre erano pronte per giocare? Salvo cataclismi improvvisi, l'impraticabilità del campo non è un fenomeno che si realizza in pochi secondi. Nella pur disastrata Italia, il rinvio delle partite viene se non altro deciso con abbastanza anticipo. 
Agendo in questo modo invece si è mancato di rispetto alla gente che aveva acquistato il biglietto, sobbarcatosi al trasferta e relativi corsi, ai giocatori. Con questo non voglio dire che si doveva giocare: giocare su un campo come il marmo, per giunto in uno sport di contatto quale è il rugby, è troppo pericoloso e su questo non ci piove. Solo, bastava un minimo di avvedutezza in più e tutto sarebbe andato a posto. Il fatto che il biglietto rimanga valido per il recupero della partita (ci mancava anche il contrario!) resta ben magra consolazione, soprattutto per i tifosi irlandesi, i quali devono pagarsi nuovamente per intero il viaggio, volo e albergo compresi.
D'accordo il detto business is business, ma si faccia in modo che esso non sia a scapito di chi nello sport ci crede; si faccia in modo che questo business possa essere garantito: si prenda l'esempio della Germania, dove si è giocato a calcio malgrado una temperatura di -13 gradi!! O in Inghilterra, dove una fitta nevicata non ha impedito che si disputasse la partita del Manchester City! 
Ci vuole poco...
Stupisce comunque in questo caso specifico l'incompetenza e la superficialità del comitato organizzatore del Sei Nazioni e della federazione internazionale, nonchè la mancanza di un impianto di riscaldamento del campo in uno stadio come quello di Parigi. Non si sa quando la partita verrà recuperata, resta comunque la delusione. Anche per me semplice appassionato da poltrona...

giovedì 2 febbraio 2012

Ma ne vale ancora la pena???

Non passa giorno che non arrivino notizie nuove e sempre peggiori sul nuovo (ennesimo, al punto da non fare più notizia) scandalo che colpisce il calcio italiano: negli anni Ottanta il toto-nero, poi nell'anno di (dis)Grazia 2006 Calciopoli, i cui strascichi polemici ancora si trascinano oggi fra tavoli della pace, offerte di conciliazione et similia, tutte risoltesi con un buco nell'acqua. E adesso un nuovo, ancora più grave scandalo di scommesse illegali getta un'ombra sinistra sul campionato che un tempo era il più bello del mondo e che ora ha perso del tutto il suo appeal, divorato da stadi obsoleti, scandali, polemiche continue. Secondo le indagini risulterebbero falsate ben 14 partite dello scorso torneo, al punto che lo stesso campionato debba essere considerato come irregolare. Quella che all'inizio pareva più una storia da bar sport, un film recitato da attoruncoli da quattro soldi che regalavano spunti di comicità a tratti commovente (ricordate il portiere che che calmava i bollori agonistici dei suoi compagni con strani intrugli nelle loro bevande? Oppure una ex star mondiale del calcio italiano, troppo poco telegenica per poter aspirare al luccicante mondo dei reality, spesso e volentieri elisir di giovinezza per ex calciatori o pseudo-tali al termine della loro carriera?), in realtà si è pian piano un thriller kolossal con tanto di risvolti internazionali: malavite organizzate di un po' tutto il globo banchettavano allegramente al gran buffet del calcio italiano, imbastendo giri di scommesse milionarie che in pochi attimi erano in grado, con la complicità di giocatori accondiscendenti a cui non pareva vero arrotondare senza troppa fatica il loro già più che onorevole salario, di truccare partite aggiustando il risultato come più gli aggradava!
Ora, lascando da parte l'aspetto cronachistico, abbondantemente trattato da tutti i giornali e organi di informazione, sorge spontanea una domanda: ma ne vale ancora la pena? Ne vale ancora la pena accapigliarsi, soffrire, incazzarsi per gente che, malgrado prenda stipendi se non milionari comunque di qualche centinaio di migliaia di euro annuali in fondo solo per divertirsi, non trova scandaloso arrotondare un po' con metodi illeciti? Vale la pena muoversi col caldo torrido, col freddo polare, con la pioggia, con il sole, con la neve per andare allo stadio e assistere a uno spettacolo finto con l'illusione di assistere a uno spettacolo autentico? La risposta a tutto questo è: no, non ne vale la pena! Finchè non si deciderà una volta per tutte di agire, di fare piazza pulita e di evitare che tutto questo possa ancora ripetersi; solo allora si potrà tornare allo stadio, a vedere le partite consci di poter godere finalmente di uno spettacolo sincero e autentico. Sennò lo si dica fin dall'inizio: quello a cui state per assistere è tutto una finta, frutto di un copione preparato in precedenza. In America, le migliaia di persone che a ogni appuntamento affollano le arene dove vanno in scena gli eventi del circo del wrestling WWE, sanno (salvo eccezioni di spettatori poco avveduti convinti che il wrestling sia verità) di assistere a uno spettacolo pre-confezionato, e con questo spirito si recano a vederlo.
Purtroppo però in un paese come l'Italia la soluzione ai mali del calcio la vedo una chimera: aldilà del mare di interessi che attorno ad esso ruotano, è proprio l'indole italica a favorirne il marcio e in particolare quel fenomeno che si chiama "cavalcare l'onda emotiva". Nei primi giorni si è tutti colpevoli, poi quando l'onda comincia a rifluire e la pressione ad allentarsi, pian piano si può tornare alle vecchie abitudini. L'unica accortezza? Cercare di non venire travolti dall'onda! E' così per tutto: dopo i casi di violenza sulle donne, per la pirateria stradale e tanto altro. E anche il fatto che il buon Simone Farina, giocatore del Gubbio che si è ribellato al sistema delle scommesse e ha rifiutato di vendere la partita della sua squadra, sia assurto a eroe nazionale solo perchè ha fatto ciò che qualsiasi persona di coscienza e di sani principi, è indicativo di come vada il mondo. Per lui sono piovuti elogi, e addirittura la convocazione in Nazionale e l'invito nel gotha del calcio venendo chiamato nientemeno che  alla premiazione del Pallone d'oro. Però, purtroppo per lui, anche l'onda emotiva si è sgonfiata e ora è rimasto da solo.
Questo calcio è malato, e finché non guarirà, la domanda da porsi è sempre la stessa: ma ne vale ancora la pena? E purtroppo anche la risposta è sempre e solo una: no, non ne vale la pena!