sabato 19 febbraio 2011

Una magia chiamata F.A. Cup

Una delle citazioni cinematografiche più usate recita così: ho visto cose che voi umani etc. etc. 
Ho visto una squadra, il Crawley Town FC, dilettanti, andare a giocare ad armi pari con il grande Manchester United, e uscire sconfitti solo per 1-0, dopo peraltro aver sfiorato il pareggio dapprima con una rovesciata da antologia finita di poco sopra la traversa; e poi con un colpo di testa che si è stampata sulla traversa a pochi sospiri dal fischio finale.
Ho visto novemila tifosi scendere dalla piccola cittadina alle porte di Londra, affrontare il viaggio fino a Manchester per poter sostenere la loro squadra nella partita della loro vita; ho visto novemila cuori palpitare, festeggiare, sognare, cantare, tifare a più non posso e ho visto questi novemila cuori trasformarsi in diciottomila mani che applaudivano gli eroi sconfitti dopo che avevano dato tutto sul campo.
Ho visto uno stadio, l'Old Trafford, il tempio dei sogni, gremito per questa partita, non solo dai tifosi del Crawley, ma anche da quelli dello United.
Ho visto, in quell'Inghilterra che continuiamo ad additare come modello calcistico da perseguire senza che si voglia fare uno sforzo in tal senso, una competizione chiamata F.A. Cup, il trofeo calcistico più antico del mondo, che da la possibilità a tutte le squadre affiliate alla Football Association Inglese di inseguire il sogno di un trofeo di prestigio. Tutte, dal glorioso Manchester United fino a squadre di dilettanti come quelli del Crawley.
Immaginiamo per un momento una squadra dell'Eccellenza italiana, fatta da ragazzi che si allenano alla sera per sfogo dopo lunghe giornate di lavoro, che giocano in campi fangosi di provincia; immaginiamo che questa squadra si trovi a giocare contro il Milan o l'Inter, in una San Siro gremita di spettatori. Tutto ciò può rimanere solo nell'immaginazione.
La realtà del calcio italiano purtroppo è ben altra, basta soffermarsi sulla stretta attualità: Lavezzi e Rosi, giocatori di Napoli e Roma, sono stati entrambi squalificati con il ricorso alla prova televisiva dopo l'insegno scambio di cortesie (leggasi sputi, veri o presunti) avvenuto sabato scorso durante Roma - Napoli. Da subito si sono levate voci di una congiura volta a favorire il Milan, al punto che Mediaset, ritenuta rea dai tifosi di aver fornito le immagini incriminate, ci ha tenuto a scrivere pubblicamente che non è con loro che i tifosi del Napoli se la devono prendere...(vi invito a leggerlo all'indirizzo 
http://www.sportmediaset.mediaset.it/calcio/controcampo/articoli/53721/lavezzi-la-grande-bugia.shtml
E se ci spostiamo da Napoli a Roma, spiccano le non edificante immagini della contestazione riservata ai giocatori della Roma da parte di un gruppo di 200 tifosi, che hanno gentilmente invitato i giocatori a tirare fuori gli attributi a suon di bombe carta!
E così ancora una volta da oltremanica arriva l'ennesima lezione di civiltà e cultura sportiva, da noi l'ennesima dimostrazione di inciviltà e totale assenza di cultura sportiva.
Ah dimenticavo: non è difficile immaginare che in questo momento i tifosi del Crawley, in qualche pub di Manchester o sulla strada del ritorno verso casa, stando allegramente cantando e bevendo, festeggiando comunque l'impresa della loro squadra. Gia, perchè uscire sconfitti solo 1-0 da Old Trafford, spaventando il Manchester United, è una vera impresa, da tramandare ai posteri e da festeggiare con abbondanti libagioni a basi di birra. Ed è altrettanto facile immaginare che nessuno, domani, andrà al centro sportivo dove il Crawley si allena a lanciare bombe carta o a insultare i giocatori.