domenica 5 settembre 2010

Peter, Shoya e il Dio degli sportivi

Apprendo ora da Internet della morte di Shoya Tomizawa, il pilota giapponese vittima di un terribile incidente durante il Gran Premio di Misano, classe Moto2. E’ il secondo lutto in una settimana che funesta il motomondiale: a Indy il 13enne Peter Lenz, investito durante il giro di ricognizione di una gara di contorno, aveva lasciato sull’asfalto la sua giovane vita. Oggi il giapponese.
Ho sempre pensato che alcuni sportivi, quelli che ogni gara mettono in palio la loro pelle, avessero una sorta di Dio protettore, il Dio degli sportivi. Ne ho visti di voli e cadute, in ogni sport, e sempre o quasi questi erano risolti solo con un grande spavento: il pilota e l’atleta si rialzavano ed erano pronti alla nuova battaglia. Anja Paerson e Dominique Gisin, a titolo di esempio, durante le ultime olimpiadi invernali sono rimbalzate come palline da flipper impazzite sulla pista da discesa libera. Due voli terrificanti, a oltre cento all’ora, ma nessuna conseguenza. Qualche anno fa, il discesista azzurro Pietro Vitalini volò oltre le reti di protezione, ma il Dio degli sportivi gli mise lì un soffice cumulo di neve su cui atterrare senza conseguenze. Un Dio maligno mise un paletto sulla traiettoria di Ullriche Maier, tramutando in tragedia una scivolata innocua. Nessun Dio avrebbe potuto fare nulla per salvare Nodar Kumaritashvili, sfortunato slittini sta georgiano morto alle Olimpiadi, dal tremendo impatto contro un paletto che delimitava la pista.
E che dire degli sport dei motori? Nel 2006 una terribile ammucchiata in partenza del Gran Premio di Barcellona classe MotoGP coinvolse diversi piloti, fra cui Marco Melandri: Dio mise le sue mani su di lui e si salvò. Dio vegliava anche su Dovizioso non più tardi di un mese fa in quel di Brno: scivolata, il pilota in mezzo alla pista, schivato per puro miracolo.
Oggi però non era in sede per mettere una mano su Tomizawa: una caduta in pieno rettilineo, i due piloti che lo seguono che non riescono ad evitarlo, e l’inevitabile tragedia. Inutili le preghiere a Dio, quello degli sportivi e all’Onnipotente. Shoya Tomizawa muore all’ospedale di Riccione, muore mentre faceva quello che amava, muore perché purtroppo anche Dio ha bisogno di una vacanza.
Caro Dio degli sportivi, ora torna dalle tue vacanze e metti una mano in testa ai tuoi protetti…