sabato 3 settembre 2011

Ma che succede alla Zarina?

Quando ad Atene 2004 mi imbattei per caso negli occhi magnetici di Yelena Isinbayeva, capii che mi sarei innamorato subito di lei, sportivamente e non solo. Tralasciato l'amore platonico, che purtroppo è condannato a rimanere tale, l'amore sportivo per questa atleta meravigliosa prodotto della Siberia si è fatto sempre più forte, trionfo dopo trionfo record dopo record. Sembrava che nessuno fosse in grado di batterla, di farla abdicare dal trono del salto con l'asta. Lei  prima donna ad andare oltre i 5 metri. Chi si esponeva in ardite dichiarazioni di battaglia, veniva respinta al mittente con regolarità impressionante e tornava a casa con la coda fra le gambe. Due titoli olimpici, altrettanti mondiali, medaglia d'oro vinte dappertutto, poi nel 2009, inaspettato la prima caduta: tre salti nulli a 4.65, misura che in altri tempi avrebbe saltato anche a occhi chiusi e senza rincorsa. Eliminazione e uscita dallo stadio in lacrime. Il 2010 di pausa sabbatica, l'addio a Formia e a Vitaly Petrov, suo storico allenatore, il ritorno in Russia per preparare la rentrée ai mondiali di  Daegu.
Ho atteso con ansia il suo ritorno, sperando di vedere ancora una volta quegli occhioni e quel sorriso sul gradino più alto del podio, mentre in sottofondo risuona l'inno che una volta fu sovietico e oggi russo; e invece dalla stanza del mio hotel a Riccione ho dovuto assistere a quella che forse è l'abdicazione definitiva della Zarina: altra prova da dimenticare e altra eliminazione precoce, con titolo consegnato alla brasiliana Murer. Che sta succedendo alla Campionessa? Sdrammatizzando, si potrebbe dare la colpa al "daily program" dei mondiali, la cui copertina comincia a farsi una fama funesta: da Bolt alla Isinbayeva fino a Robles, tutti quelli che hanno avuto l'onore della copertina dell'opuscolo ufficiale dei mondiali sono andati incontro alla sconfitta. A sto punto c'è la speranza per noi italiani, che abbiamo Antonietta di Martino fra le favorite per una medaglia nel salto in alto, che il giorno della finale in copertina ci finiscano una fra la Vlasic e la Chicherova!
Ma aldilà delle battute e delle ironie, credo che purtroppo questi mondiali così opachi segnino una frattura nella carriera di Yelena Isinbayeva. In cuor mio, da innamorato di Lei, spero di venir smentito l'anno prossimo, sul palcoscenico più importante a Londra. In ogni caso, il mio Amore per Lei, sportivo e non solo, non finirà nemmeno davanti all'abdicazione totale!   

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