giovedì 8 settembre 2011

Che la battaglia abbia inizio! (Ode al Rugby!)

Una volta, durante una sua telecronaca, il grande Vittorio Munari ebbe a dire che il rugby è una parodia di quanto avviene sui campi di battaglia. Per alcuni, il rugby sta alla Prima Guerra Mondiale, con le sue avanzate lente e sofferte, centimetro dopo centimetro mentre l'avversario dalla sua trincea ti respinge, come il calcio sta alla Seconda, con le sue accelerazioni repentine e le sue blitzkriegs che spesso sorprendono e annientano l'avversario.
C'è del vero in tutto questo: il rugby è sacrificio, è cariche disperate e difese allo strenuo; nel rugby si va all'assalto, si viene respinti e si parte di nuovo all'assalto, per venire di nuovo respinti. E così fino all'infinito, quando finalmente si trova un varco nella trincea ospite e si può andare a piantare la propria bandiera. Oppure fino a quando le difese non avranno avuto la meglio e sarà tutto da rifare 
Come le Guerre, il rugby alimenta leggende, storie, aneddoti che si tramandano di generazione in generazione; come ogni Guerra il Rugby ha i suoi eroi e ha i suoi reietti e in mezzo tanti semplici, oscuri e anonimi soldati che non faranno mai il loro ingresso nel grande Libro della storia.
Come ogni esercito, anche una squadra di rugby ha i suoi comandanti, la cavalleria pesante e quella leggera,  la fanteria.
Mai, nella linguistica dei media, la terminologia sportiva si incastona con quella militare come quando si parla di Rugby: il rugby è una guerra pacifica se mi concedete l'ossimoro.
Il Rugby è anacronistico, romantico, metafisico, a tratti assurdo, persino ossimorico (avanzare passandosi la palla all'indietro); è sacrificio, sudore, amicizia, fratellanza, è rispetto delle regole, è uno sport bestiale giocato da gentiluomini. Il motto di uno dei club rugbistici più famosi al Mondo, i Barbarians (di cui ne riparlerò più avanti, dal momento che i Mondiali di rugby saranno i padroni quasi assoluti di questo spazio per i prossimi giorni) recita così: "Il Rugby è un gioco per gentiluomini di tutte le classi sociali, ma non lo è per un cattivo sportivo, a qualunque classe appartenga".
Da oggi si fa sul serio: sul suolo di Nuova Zelanda, patria di una delle Leggende del Rugby -gli All Blacks- truppe di valorosi guerrieri provenienti da tutto il mondo sono convenuti per darsi battaglia. Per i vincitori l'onore e la gloria di fregiarsi del titolo di Campione Del Mondo. Naturalmente i Tutti Neri, l'incubo di tutti i rugbisti non neozelandesi, partono con il favore del pronostico. Devono vincere: sono in casa loro e il trofeo manca da troppo tempo. Ma non sarà facile, perchè sulla loro strada ci saranno le sempre temibili truppe britanniche, solide e concrete, pragmatiche come soli gli inglesi sanno essere, le imprevedibili truppe francesi che più di un dispiacere lo hanno dato ai Blacks, i nemici giurati Australiani e Sud Africani. Intorno ad esse, statuari guerrieri delle isole del Pacifico, i Pumas argentini con il loro gioco d'altri tempi, gli orgogliosi Celti d'Irlanda e gli Scoti che caricano al ritmo delle cornamuse.
Che la battaglia abbia inizio!

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