domenica 3 luglio 2011

Wimbledon e la regina che arriva dall'Est: l'inizio di una nuova era?

Si chiama Petra Kvitova, ha 21 anni ed è la nuova regina di Wimbledon. E’ lei che ha rovinato proprio sul più bello la rentrée di Maria Sharapova: Masha, picchiatrice e urlatrice russa (a tal proposito, il direttore responsabile di Wimbledon si è scagliato contro le giocatrici troppo rumorose, e io non posso che quotare appieno perché è davvero fastidioso), incapace di produrre un piano B e per questo facilmente attaccabile da chi possiede anche solo un minimo di tecnica tennistica, è crollata sotto i colpi di questa 21enne ceca, che non sarà appariscente come la Siberiana, ma che possiede dei colpi dannatamente efficaci, e questo è quello che conta nel tennis!
Questa stangona di Bilovec (Repubblica Ceca), cresciuta a pane e tennis e Martina Navratilova di cui era fanatica da bimba, ha messo in luce una varietà di colpi che sono cosa rara nel panorama del tennis femminile odierno, di una pochezza tecnica così evidente, che persino un profano che si è avvicinato al tennis da poco tempo come lo scrivente è in grado di apprezzare (si fa per dire…)
Può essere la speranza di un ritorno al tennis giocato e non più al tennis bombardato? Perché parliamoci chiaro: da quando si sono ritirate la Henin e la Mauresmo (sembrano passati secoli, ma solo pochi anni), il circuito WTA è diventato appannaggio di personaggi fra i più variegati: ragazze dell’Est europeo provenienti direttamente dalle passerelle e prestate alla racchetta, un paio di armadi a quattro ante di pelle nera come le sorelle Williams, che in servizio sembra quasi che siano lì lì per spaccare tutto, uno strano fenomeno para-tennistico come Marion Bartoli, capace di mandare in tilt chiunque con il suo monocorde gioco bimane (mi piacerebbe un giorno poterla provocare chiedendole se è in grado pure di fare il servizio a due mani, magari alzandosi la pallina con i piedi…), a cui persino una campionessa come Justine Henin che nel 2007 dovette cedere il passo e finale di Wimbledon, prima che la francese venisse asfaltata da una dei due armadi Williams di cui sopra; e ancora, di una Numero uno (Caroline Wozniacki) che fallisce con una regolarità svizzera tutti i grandi appuntamenti dei Tornei Slam. E in questo marasma, c’è stata (meritatissima) gloria anche per il tennis nostrano: prima Flavia Pennetta, prima italiana a centrare la Top Ten WTA, e poi Francesca Schiavone, splendida vincitrice a Parigi nel 2010 e finalista quest’anno, battuta dalla Cinese Na Li, l’ennesima forza emergente, l’ennesimo wind of change del tennis!
Le nostre atlete hanno anche ben figurato in questo Wimbledon, arrivando entrambe agli ottavi, prima di cedere il passo al para-tennis della Bartoli (Pennetta) e alla new entry Tamira Paszek, la simpatica e ben tornita (ringrazio il mio amico Mattia, definizione migliore non poteva trovare!) austriaca dall’origine multi-etnica,  uno scricciolino tutto pepe e grinta che a ogni punto squarciava il silenzio dell’All England con il suo come on, prima di darsi due o tre pugni sul petto per caricarsi.
Tornando alla nostra nuova regina dell’Est, tutti dicono che è nata una stella, che la ragazza abbia un futuro roseo davanti a sé, che ha le stimmate della campionessa.
Lasciamo che sia il tempo a mostrarci se tutto questo risponda a verità oppure no.

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