lunedì 4 ottobre 2010

Eroi nella polvere, un amore nonostante le corna: io e il ciclismo

Ci risiamo, eccone un altro. Un altro eroe del ciclismo caduto nella rete del doping, almeno così pare. E stavolta il nome è di quello che pesa, perché si tratta nientemeno che di Alberto Contador, il fenomeno spagnolo riemerso dalle ceneri di un aneurisma celebrale che per poco non se lo portava via con se a soli 24 anni. Era esploso al Tour del 2007, mettendo in mostra scatti micidiali e alla fine portandosi a casa quell’edizione della corsa francese, avvelenata manco a dirlo dal doping. Poi nel 2008 Giro d’Italia e Giro di Spagna, quindi altri due Tour de France consecutivi, nel 2009 e nel 2010. e l’altro giorno la bomba: Contador positivo all’antidoping durante l’ultimo Tour de France a una sostanza dal nome quasi impronunciabile: Clembuterol, una sostanza anabolizzante. Secondo il corridore spagnolo, che fin dall’inizio aveva giurato e spergiurato sulla propria estraneità al mondo e alla pratica del doping, la causa della positività sarebbe da riscontrare in una bistecca avariata consumata durante la corsa. Fin qui la cronaca. Tralascio il dibattito solito e stucchevole fra colpevolismo e innocentismo, non è questa la sede.
C’è però qualcosa d’altro che voglio sottolineare: il mio rapporto col ciclismo si può riassumere nell’amore cieco. Nonostante mi sia sentito tradito più volte, continuerò ad amare questo sport, a guardarlo, a osservare le sfide all’ultima pedalata dell’ultimo sport romantico rimasto, dell’ultimo sport dove l’uomo continua a contare più della tecnologia. Uno sport fatto ancora di sudore, lacrime, a volte sangue, di salite (terribili, arcigne) e discese, di Inferno e Paradiso, di Storie che si intrecciano nei lunghi chilometri della corsa, di nomi leggendari che nell’immaginario collettivo continueranno a riecheggiare fino alla fine dei tempi. Purtroppo ultimamente è uno sport fatto soprattutto di doping, squalifiche, cadute di eroi. Ma come Contador, l’ultimo Eroe del ciclismo pulito ora caduto nella polvere, anche il Ciclismo saprà risorgere dalle ceneri e tornerà a raccontare Storie e Leggende di piccoli uomini che in sella alla loro cavalcatura sfidano i giganti della Montagna.

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